6 luglio 2010

MAPPA CONCETTUALE - ARTICOLAZIONE CONCEPTS >> MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI + ORNAMENTO

“L’innovazione nel mondo capriccioso del gusto si lega necessariamente ai cambiamenti fondamentali del vivere, segue le mutazione del comportamento antropologico. [...] un’alterazione della funzione storicamente stabilita [...] La forma futuribile sembra logica, la funzione piena di nuovi significati. Sembra essere nel medesimo tempo un oggetto innovato ed un retaggio etnico, l’addobbo d’una futura tribù spaziale e quello d’una antica e scomparsa tribù d’un Antartide sconosciuto”.
Philippe Daverio






Gli ornamenti accompagnano l'uomo dalla notte dei tempi.
Il desiderio di decorare il corpo, in particolare, è atavico: abbiamo testimonianze a riguardo in tutte le civiltà primitive ed in ogni cultura. Le tecniche utilizzate sono molto diverse, vanno dal tatuaggio al cutting, dal piercing alla produzione di monili.
Il mio interesse si rivolge proprio a quest'ultima tipologia: i gioielli, in particolare quelli creati con materiali eterocliti o in metalli non preziosi.

“Il significato dell'ornamento e dell'ornamento-gioiello è mutevole, testimonia fedelmente la cultura in cui nasce, documenta ogni mutamento stilistico e sociale.
Nonostante la sua onnipresenza l'ornamento ha avuto un destino controverso: in determinate epoche è stato giudicato superfluo, posticcio, mentre in altre, indispensabile, fondamentale.
Nella società contemporanea l'ornamento è visto come segno d'identificazione, elemento che determina un'appartenenza, simbolo quindi utile alla comunicazione di idee e valori.
Anche i gioielli partecipano a questo significato, ed oggi non sono più considerati status symbol, ma style symbol: elementi per comunicare i propri gusti, la propria estetica e persino i propri valori, i gioielli non sono più solo simboli indicatori di uno status sociale, ma rappresentano scelte individuali, valori personali.
Questa nuova tendenza nasce negli anni ‘60 del Novecento, nel settore della gioielleria artistica: i gioielli di ricerca erano l’esito di una forte volontà di sperimentazione, che abbracciava nuove tipologie, indagando forme inedite, materiali inconsueti e tecniche innovative, o modernizzando vecchi stili.
Ogni stile sviluppava una ben definita inclinazione poetica, culturale ed ideologica, con il preciso intento di esprimere una diversa concezione dell’ornamento per il corpo.
Questo mutamento di percezione (soprattutto all’estero) è stato tracciato con il passaggio dal Modernismo, periodo di forti ideologie, al Postmodernismo, regno del pensiero debole, fino ad arrivare al pensiero contemporaneo, epoca in cui è sempre più presente la necessità dell'espressione individuale e della rivalutazione dei valori sociali.
Dagli anni ‘90 in diversi settori produttivi, dal design alla moda, dalla musica al settore alimentare fino all'editoria, si è diffusa la nuova pratica dell'autoproduzione, sorta dal rinnovamento delle arti applicate: un modello di ideazione, produzione e, il più delle volte, promozione e vendita che compete ad uno stesso autore. Si sono moltiplicate molte piccole imprese che hanno il loro valore aggiunto nel binomio creatività e “saper fare” e che si confrontano con contemporaneità di linguaggi e con nuovi mercati.
Anche la gioielleria, soprattutto quella che utilizza metalli non preziosi, ha trovato nuovo sviluppo grazie a queste nuove forme di impresa: il know how artigianale ha sposato la creatività per produrre gioielli contemporanei, scelti da un pubblico attento all’aspetto comunicativo dell’ornamento”.
Source: Generazione Jewellery. Ornamento contemporaneo in metalli non preziosi ed autoproduzioni, Sara Progressi, progetto di tesi.

Dall’analisi dell’ornamento per il corpo e del relativo materiale esistente, risulta evidente il notevole cambiamento dei concetti di forma e funzione nel corso dei secoli: ciò che rimane invariato ne è l’indispensabilità da parte dell’uomo come elemento di comunicazione e appartenenza sociale.

“Una pietra scheggiata, un utensile del paleolitico, ci racconta molte cose sui bisogni dei primi esseri umani: scavare radici, scuoiare animali, raschiare pellicce. Con il tempo, poi, la pietra venne ulteriormente scheggiata e lavorata diventando più appuntita, e a ogni modifica ne seguiva presto un’altra ancora per soddisfare nuove esigenze. E con la creazione di ogni nuovo strumento, l’umanità scopriva nuove possibilità d’uso. Nuovi strumenti creano nuovi bisogni che, a loro volta, producono nuovi oggetti.
Le persone adorano circondarsi di oggetti: fa parte della nostra natura. Sarà forse un istinto animale, ma quanto ci piacciono le nostre cose. Le persone sono circondate dai loro oggetti: che siano utili o decorativi, belli, brutti, comuni o rari, non possiamo fare a meno di seminare ovunque tracce della nostra identità. Tracce di cultura, identità nazionale, ideologia politica, appartenenza religiosa e inclinazioni sessuali. I nostri oggetti rispecchiano chi siamo veramente e chi vorremmo essere. Basta pensare al processo con cui decidiamo cosa tenere e cosa buttare. Diamo importanza agli oggetti che non sono mai stati toccati o a quelli che tocchiamo in continuazione, ai più utili o ai più inutili?
Possiamo trasformarli in feticci, impregnandoli di magia e memorie, di potenza sessuale o religiosa, per farli diventare oggetti di culto, desiderio e paura con cui alimentare passioni e ossessioni.
[...] Questi sono gli strumenti di cui abbiamo bisogno per dare forma alle nostre vite”.
Peter Gabriel

Il gioiello comunica il mondo estetico, sensoriale, ideologico del suo autore, ma anche di chi, poi, si troverà ad indossarlo.
Si tratta di un prodotto che oscilla tra arte e design, pezzi unici e produzione seriale, decorazione e astrazione. La passione per la materia e la relazione con il corpo sono i fili rossi che legano i diversi ambiti. Per Rossella Tornquist “il gioiello ha la misteriosa capacità di influenzare il campo su cui interagisce, il corpo, l’abito; è in apparenza un’influenza formale, ma è soprattutto spirituale, svela molto più di un vestito il microcosmo intimo di chi lo sceglie ed indossa. E’ un piccolo oggetto in proporzione con lo spazio con cui entra in relazione, eppure sa condizionare il punto di vista dell’osservatore”.

Un gioiello non va solo indossato, portato addosso; un gioiello va sentito addosso, va interpretato. Ci si deve giocare e divertire, lo si deve trattare con cura, quasi fosse una seconda o una terza pelle.
Se è impegnativo tanto meglio: il gioco può diventare più rischioso, quindi più divertente.
E’ dirompente il fascino di un gioiello poichè ha la capacità di evocare, di parlare di sè e degli altri.
Ogni gioiello potrebbe essere una stanza: in ognuna mobili, oggetti, profumi di un determinato periodo, un preciso carattere, un’atmosfera. Una storia.

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