14 novembre 2010

PROGETTO FINALE >> CommunicACTION

“Spesso, guardando delle opere di donne, mi sono rattristata per lo strazio che esse esprimevano, uno strazio che rasentava l'orrore. Avrei voluto contemplare la bellezza creata da donne, e mi trovavo davanti all'infelicità, alla sofferenza, alla tensione nervosa, talvolta persino al brutto.
L'arte, a cui avevo pensato come a un momento di felicità, di riposo, di risarcimento rispetto alla dispersione della vita quotidiana, di unificazione e di comunicazione o comunione, diventava occasione di un dolore o di un peso supplementare.
Tra queste donne ci sono anch'io. E, pur se evito di scrivere e di mostrare cose brutte, mi capita spesso di esporre realtà dolorose. Le espongo, per quanto posso, attraverso una bella scrittura, che possa attenuare, come spero, l'effetto di devastazione che queste rivelazioni possono produrre. Mi sforzo anche di definire o di scoprire qualcosa di positivo, mentre enuncio qualcosa di negativo”.
Luce Irigaray, Come costruire la nostra bellezza
 
CommunicACTION è un progetto che ruota attorno ad una collezione di gioielli e, oltre a sensibilizzare circa la piaga delle mutilazioni genitali femminili (MGF), creando un ponte tra i paesi in cui questa pratica è presente e l’Occidente con le sue comunità di immigrati, intende creare micro-economie locali che coinvolgano le donne che subiscono tale pratica.
Il progetto é pensato per il Mali (Africa) dove la percentuale di MGF, rispetto alla popolazione femminile totale, è del 92%, ma è facilmente declinabile a tutti gli Stati in cui tale pratica persiste.

Si parte dall’idea del filo come legame di una trama, come elemento di collegamento di una rete o sviluppo di una storia, come “guida e soluzione nel caos dell’esistenza”, come unità base delle fibre naturali tessili e quindi elemento di tradizione culturale e sociale, strumento per la sopravvivenza e lo sviluppo dei popoli, legame tra le varie culture.
Questo filo diviene strumento generatore per gruppi di donne del Mali, che tessono e plasmano le proprie idee, sensazioni ed esperienze, rivisitano le proprie tradizioni caricandole di significati, intrecciano l’immaginazione alla propria vita, dandole forma.
Un filo che diviene tessuto e poi gioiello (CommunicACTION-jwls), che si chiude come a concludere un percorso, emblema della vita e del suo ciclo, con i suoi eventi consequenziali.
CommunicACTION racconta, secondo un alfabeto simbolico definito, la storia di queste donne violate. Ogni segno sul tessuto rappresenta un evento importante della loro vita, il segno lasciato dagli eventi nella loro vita: la nascita, l’innamoramento, il primo rapporto sessuale, una malattia, il parto, la mutilazione genitale, una violenza, la dote, il matrimonio, la perdita di qualcuno, e così via.

Ciascun pezzo è creato secondo le tradizioni locali, uniche per storia e posizionamento geografico, con il supporto di laboratori creativi (CommunicACTION-Labs) gestiti da operatori locali e non.
In tal modo si vengono a creare micro-economie locali come piccola opportunità di emancipazione da condizioni di povertà e sottosviluppo per queste donne, e si tenta di far loro affrontare e superare i propri traumi, dissacrare le regole di una società di stampo patriarcale, e venire istruite circa la gravità di situazioni cui soggiacciono, laddove serve ed è possibile.
Rispettando le tradizioni artigianali si consente il mantenimento della loro identità culturale e sociale, si evitano forzature assolutamente poco produttive, e si danno in mano a queste donne gli strumenti che meglio conoscono, per una totale libertà di espressione.
Questi gioielli-eventi sono i tasselli pubblici di varie storie private, narratori di territori interiori e geografie indefinite da esplorare, terreni di sperimentazione tecnica e concettuale, ancore di salvataggio.

Altro importante elemento del sistema è il sito web (CommunicACTION-web) dove, oltre ad un’imponente documentazione riguardo al problema MGF, alla condizione delle donne nel mondo e alle violenze loro perpetrate (database pubblico e consultabile), sono presenti le storie delle donne del progetto CommunicACTION, i loro pensieri ed i loro manufatti che sono acquistabili: è possibile “comprarne” le storie per poterle così condividere, moltitudini di fili che scorrono parallelamente, si incontrano, si intrecciano, si accompagnano, si somigliano.
Il sito web ha anche la caratteristica di essere in contatto diretto con ogni singolo gioiello della collezione, e di comunicare con esso: si tratta, infatti, di gioielli “intelligenti” che, grazie alla presenza di fasci di fibre ottiche e led, opportunamente programmati, interagiscono con il sito e reagiscono ai suoi stimoli, rendendoli visibili anche al mondo circostante; uno spettro di emozioni e informazioni trasferite su una superficie morbida, per una comunicazione immediata tra virtuale e reale, oggetto-gioiello e me, oggetto-gioiello/me e gli altri.

L’idea è avere un gioiello che, mutando, “avverta il suo proprietario” delle novità riguardanti il tema per il quale è stato ideato: le mutilazioni genitali femminili.
Lievi flussi di luce attraversano il gioiello in maniera diversa e codificata, a seconda che si tratti di “buone o cattive notizie”.
Si viene così continuamente aggiornati circa le “conquiste” ottenute (GOOD news):
- testimonianze e/o nuovi casi di donne/ragazze/bambine salvate dalla pratica della mutilazione nei Paesi in via di sviluppo e nelle comunità di immigrati in Europa;
- creazione di nuovi Centri per la Salute Sessuale e Riproduttiva, e per l’istruzione di donne e ragazze al riguardo;
- miglioramento di centri di pianificazione familiare e centri per la salute materno-infantile;
- pianificazione e/o attuazione di nuovi programmi, in Africa e in Europa, per l'eliminazione della violenza di genere e l’abbandono della pratica delle mutilazioni genitali femminili;
- nuove collaborazioni per la creazione di centri documentazione, informazione (con campagne tematiche, conferenze, eventi, etc.) e stampa sui diritti delle donne;
- nuovi progetti di design, architettura, grafica, arte, moda, etc. concernenti la piaga delle MGF;
- nuovi corsi di formazione sulle tematiche di genere nei vari settori di intervento per operatori locali e non;
- nascita e/o sviluppo di micro-economie locali, come ad esempio la creazione di circuiti di imprenditoria femminile;
- nascita e/o sviluppo di centri per la creazione di occupazione;
- approvazione di misure politiche, leggi e/o stanziamenti di risorse adeguate;
- nuovi negoziati conclusi con successo;
- nascita e/o sviluppo di centri di istruzione ed educazione per bambine e ragazze, comprendenti borse di studio per l'effettivo esercizio del diritto allo studio;
- qualsiasi altra iniziativa rivolta al problema.
 
Sul sito sono presenti anche le “sconfitte” (BAD news): la scoperta di nuovi episodi di MGF, gli obiettivi non raggiunti, i fondi non ancora trovati, le iniziative che non hanno avuto buoni riscontri/risultati, i villaggi in cui gli operatori hanno fallito, insomma tutti gli ambiti in cui bisogna ancora impegnarsi e lavorare affinché si crei, o si radichi del tutto, una consapevolezza circa le relazioni di genere, i bisogni specifici delle donne e le condizioni di violenza cui esse soggiacciono.

Dal momento in cui il gioiello “segnala” una “news”, rivelando un evento o un nuovo proposito, il proprietario” potrà consultare il sito, ed essere sempre aggiornato, intervenendo con commenti o proposte, arricchendolo di immagini, dando un po di sè stesso; potrà altresì pubblicizzare il sito creando, in tal modo, una rete di condivisione di informazioni, aggiungendo un’importante tassello ad una, più che mai necessaria, opera di sensibilizzazione di massa.

Altro importante elemento di comunicazione è il gioiello stesso che, grazie al suo carattere altamente innovativo (per la tecnologia utilizzata), stimolerà interesse e curiosità nell’”altro”, generando un inevitabile passaparola che, come è noto, è la miglior forma di comunicazione.
Le forme di comunicazione non verbale sono, in molti casi, più efficienti poiché più dirette: coinvolgono, infatti, le nostre emozioni più viscerali che, se opportunamente stimolate, sopraffanno qualsiasi altro senso.
Si tratta comunque di un’“arma a doppio taglio” poiché questa forma di comunicazione sensoriale necessita di essere contestualizzata per essere compresa. Qui entra inevitabilmente in gioco il proprietario dell’oggetto che, interagendo con gli altri, è portatore di conoscenza, e fautore di una rete di condivisione attorno al problema.
Il gioiello/i richiede, infatti, la partecipazione diretta dell’utilizzatore: un “oggetto-embrione” che scommette sulla sua capacità di sopravvivenza nel momento stesso del suo iniziale incontro con il portatore, e su quest’ultimo basa il suo cammino.
Questo progetto riguarda una tipologia di gioiello intesa come “oggetto-evento/manifesto”, un prodotto la cui nascita, linfa vitale e senso stesso di esistenza sono consequenziali all’evolversi degli eventi: determinati e determinanti.

Ulteriore azione per il radicarsi del sistema CommunicACTION è espandere i laboratori creativi, di supporto al progetto, anche alle realtà a noi più familiari: creare laboratori ad hoc per le donne appartenenti a comunità di immigrati in Europa (nelle quali è tuttora presente la pratica delle mutilazioni, insieme a moltissime altre forme di violenza, sottomissione e limitazione della libertà personale) e per qualsiasi altra donna che abbia subito episodi di violenza o traumi legati al proprio corpo e alla propria sessualità (ad esempio un cancro al seno o all’utero, la perdita di un figlio, un aborto e così via).
Si tratta di “laboratori terapeutici” per affrontare i propri demoni e tentare di ricucire le ferite tramite la manualità, il fare, la collaborazione e la condivisione della propria storia, la creazione di gioielli che sono cicatrici che anche altri si porteranno addosso, battaglie che “io” avrò vinto.

Indossare questi gioielli sarà come indossare la pelle di altri individui, essere parte della loro storia, condividerne le gioie ma soprattutto i dolori, comprenderne il cammino.

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